MTC – La base della mia montagna
Ogni volta che avanzo negli studi, nelle conoscenze, in una nuova formazione, nel fare, nelle mie percezioni, ogni volta che dopo un trattamento qualcosa è o non è cambiato, mi vengono alla mente le parole del mio maestro Tedsuro Saito <tornate sempre alla base della vostra montagna>.
Nell’evoluzione di un percorso formativo e professionale – lo stesso vale per quello evolutivo – ci dimentichiamo delle basi.
Crediamo di sapere, di essere “arrivati” ma spesso inciampiamo nell’ego e in altre forme mentali.
Nel mio lavoro, la base della mia montagna è la Medicina Tradizionale Cinese, chiamata anche MTC. Senza di questa i miei trattamenti potrebbero risultare piacevoli ma poco efficaci!!
Amo la Medicina Tradizionale Cinese perché permette di elaborare un esame di semeiotica, di individuare il quadro costituzionale, di elaborare una diagnosi energetica, di valutare i principi di trattamento da svolgere e quali tecniche applicare.
Mi permette anche di guidare l’altro in consigli pratici, perché la MTC è questo, è una medicina pragmatica, l’unica medicina millenaria che si è diffusa fuori dal contesto in cui è nata e applicata ancora oggi in tutto il mondo.
Un suo punto di forza inoltre è il concetto di responsabilità e di prevenzione, che differisce di molto rispetto a quello occidentale a cui noi siamo abituati o richiamati, come riportato qui sotto dal testo Zen Shiatsu:
“In occidente la medicina preventiva comporta la diagnosi precoce delle malattie e il trattamento immediato, la «strutturazione» di organismi sani e il mantenimento dello stato di salute tramite controlli effettuati con regolarità.
Ma è proprio questo il sistema per prevenire l’insorgenza delle malattie?
Le direttive generali intese a scongiurare l’instaurarsi delle malattie assumono proporzioni gigantesche abbracciando spesso l’intera popolazione, ma non mettono in evidenza la responsabilità dell’individuo nei confronti della propria salute.
Inoltre, sia nel campo della prevenzione che in quello della terapia la malattia viene considerata un insieme standard di sintomi valido per tutti.
Noi in Oriente non cerchiamo una malattia specifica, ma ci sforziamo di diagnosticare il fenomeno «assenza di salute» che ricorre nel singolo individuo. Consideriamo l’organismo di ogni singolo paziente diverso da quello di tutti gli altri e teniamo conto della sua costituzione. Cerchiamo di scoprire soprattutto e anzitutto perché la malattia si è sviluppata.
La medicina orientale, in base alla teoria dello stress, di Hans Selye, sostiene che il trattamento deve essere adattato ai fenomeni osservati nel singolo paziente e non alla malattia. Nella medicina occidentale il paziente può essere trattato solo dopo che è stata chiaramente diagnosticata una malattia specifica caratterizzata da sintomi specifici.
Oggi molte persone stanno a mezza via fra lo stato di salute e quello di malattia. Possono essere definite «prossime ad ammalarsi». Ora, in base alla concezione occidentale finché non si ammalano non esiste un modo efficace per aiutarle. Per la medicina orientale, invece, è possibile cominciare a trattare questi soggetti prima che venga fatta una diagnosi precisa. Il trattamento può essere oltremodo efficace se l’alterazione o i fenomeni abnormi vengono evidenziati precocemente, prima che abbiano dato luogo a una malattia concretamente classificabile.
La determinazione individuale della costituzione e della sensibilità del singolo organismo può aiutare in forte misura a conservare lo stato di salute. La carta piú è bianca piú mette in evidenza il sudiciume; il soggetto piú è sano piú è sensibile alle alterazioni. È medicina preventiva nel vero senso del termine la guida alla meta della salute attraverso il rispetto, nella vita quotidiana, di cure e riposo appropriati.
Tratto dal libro Zen Shiatsu di Masunaga & Ohashi
Ed. Mediterranee
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